L’Italia del Novecento: quella dell’emigrazione, delle guerre mondiali, della Resistenza, dell’industrializzazione, della disparità nord sud, ma anche della teledipendenza, della trasformazione della famiglia e della scuola, della giustizia in crisi, della “normalità” che talora è difficile definire rispetto alla “diversità”.
Venti tra i significativi scrittori e scrittrici italiani del XX secolo, da classici quali Pirandello, Gadda, Pavese, Calvino, Fenoglio, Primo Levi, Sciascia, a contemporanei eccellenti come Alvaro, Campanile, Morante, Ortese, Buzzati, Benni, Rodari, Cavazzoni... ci raccontano il nostro paese in maniera problematica, ponendoci interrogativi piuttosto che comporre un quadro armonico.
Da un lato storie tipicamente italiane, dall’altro grandi temi della cultura europea del “secolo breve”: dove la comicità si intreccia spesso con il dramma o la tragedia, la realtà quotidiana sfuma nel surreale, l’Io deve necessariamente confrontarsi con l’altro fuori e dentro di sè, la memoria individuale con la storia collettiva.