« … chi considera bene le otto parti de l’orazione nelle quali ogni parlar si divide troverrà che quella parte che si chiama verbo è la catena e il nervo de la lingua, …; perché quelli nomi che ci sono incogniti ce li fa intendere il verbo, quale infra loro è collocato.»
Machiavelli, Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua.
“La vista ci fa conoscere più di tutte le altre sensazioni e ci rende manifeste numerose differenze fra le cose”.
Aristotele, Metafisica
La formazione linguistica nell’età tra l’adolescenza e la prima gioventù appare sempre più il terreno sul quale si giocano le principali carte del futuro sociale e professionale dell’individuo nella società odierna. Se ne parla molto anche in Italia, ma la risposta del nostro sistema scolastico (per quel che gli compete) a questa sfida risulta limitata e incerta a causa di alcuni forti nodi irrisolti:
- lo studio riflesso della lingua è generalmente bloccato sulle posizioni di una grammatica inerte, che resta passivamente definitoria, a qualunque livello scolastico la si proponga;
- il percorso sistematico di formazione nella lingua primaria si considera, dai più, sostanzialmente concluso nella Scuola secondaria di I grado, venendo a prevalere nettamente, subito dopo, il versante letterario;
- lo sviluppo delle abilità testuali viene spesso perseguito a prescindere dalla competenza grammaticale;
- nella prassi didattica l’apprendimento delle altre lingue, moderne e antiche, non sfrutta la piena condivisione di modelli descrittivi e di metodi didattici adeguati, sperimentati sulla lingua primaria.
L’opera che appare ora, dopo anni di applicazione sperimentale dei principi e metodi che vi sono assunti, è specificamente concepita per intervenire a sciogliere tali nodi. In essa:
• si adotta compiutamente il modello della grammatica valenziale, la quale si fonda sulle relazioni ("valenze") che il verbo, secondo il suo significato, stabilisce con i costituenti primari della frase: un approccio che ha un forte potere esplicativo dei meccanismi linguistici e abitua l’alunno all’analisi semantica della propria lingua, con effetti di alto valore cognitivo e culturale;
• si propone, per la Scuola secondaria superiore, un riesame complessivo della lingua come SISTEMA, a partire dal piano della sintassi: al centro dell’attenzione è la frase, organismo nel quale la pura morfologia acquista evidenza attraverso le funzioni delle singole parti del discorso;
• si applica, in più occasioni, lo stesso modello per una serie di confronti interlinguistici. Nella misura in cui l’apprendimento e lo studio delle altre lingue, moderne e antiche, si giovano della riflessione sulle strutture, s’impone infatti il ricorso al medesimo strumento modellizzante: il principio del verbo che attiva le relazioni della frase conduce facilmente a tali confronti, possibili per il singolo alunno anche sul terreno della propria lingua di provenienza;
• la ricognizione del sistema linguistico si innesta decisamente nell’analisi del TESTO, evitando che le pratiche testuali prive di tale collegamento diventino talora solo "passeggiate" evasive sul testo. La competenza testuale, in lettura e in scrittura, viene poi trattata in sede propria e nutrita da una concezione nettamente pragmatica della testualità, che permette di inquadrare, in una scala tra "rigidità" ed "elasticità" dell’interpretazione, la più ampia varietà dei tipi di testo: dallo scientifico-tecnico e dal normativo a quello saggistico e divulgativo a quello narrativo e poetico.
Le tecnologie informatiche utilizzate – sia al livello degli strumenti più comuni, sia al livello di LIM in classe – permettono una efficacissima rappresentazione visiva e animata delle strutture grammaticali e testuali. In particolare, gli schemi radiali che illustrano il comporsi degli elementi nella frase mettono in piena evidenza le relazioni strutturali che la linearità dell’enunciazione orale e della scrittura non permette di cogliere. Ne risulta per la prima volta una vera "grammatica vista".
La grammatica valenziale, che descrive con puntualità i meccanismi della lingua sulla base di un chiaro principio ordinatore, si rivela lo strumento principe per conseguire due obiettivi: accostare SISTEMA e TESTO e condurre confronti con ALTRE LINGUE presenti nel curricolo di studi o nel vivo della classe.