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La fisica per il cittadino (F come fisica)

Ivan Cervesato, Marina Galmarini SEI

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S88856digit

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S88856

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Con la legge 92/19 è stato introdotto nell'ordinamento scolastico l'insegnamento dell'educazione civica, intesa come disciplina autonoma, anche se "trasversale": gli apprendimenti degli studenti sono così sottoposti a specifica e autonoma valutazione da parte del Consiglio di classe. Scopo dichiarato del provvedimento è "contribuire a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri", promuovendo i "princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benessere della persona". La norma elenca numerose aree tematiche da affrontare nell'ambito della nuova disciplina: tra queste troviamo, in particolare, l'educazione ambientale, lo sviluppo ecosostenibile, la tutela del patrimonio ambientale, l'educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, l'educazione stradale, l'educazione alla salute e al benessere, l'educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva. A prima vista, ci si potrebbe forse chiedere in che misura, nella Scuola secondaria di secondo grado, l'insegnamento di discipline quali matematica e fisica possa avere a che fare con il tema della "cittadinanza e Costituzione". Certo, si può ragionevolmente ritenere che lo studio dei princìpi della Carta costituzionale trovi la sua naturale collocazione in seno a insegnamenti storici, giuridici o filosofici più che fisico-matematici o scientifici in senso lato. Tuttavia, a ben vedere, il contributo delle discipline scientifiche all'educazione alla cittadinanza è potenzialmente molto ampio: questo in una duplice prospettiva. Nel merito, infatti, problematiche di attualità quali per esempio la "questione energetica" o la valutazione del livello di dannosità dell'esposizione a radiazioni elettromagnetiche o ionizzanti sono tematiche "tecniche" che possono essere efficacemente affrontate e discusse proprio e solo nell'ambito dello studio delle discipline scientifiche. Tale studio è anche capace di un contributo ancora più fondamentale, di carattere metodologico: l'approccio scientifico a un problema richiede una forma mentis aperta, priva di pregiudizi e preconcetti, capace di riconoscere con oggettività pro e contro, di valutare su basi razionali i rischi e i benefici delle applicazioni tecnico-scientifiche, di soppesare le alternative, di distinguere i dati dalle opinioni e dalle interpretazioni, di ricercare le informazioni necessarie, sapendone valutare pertinenza ed esattezza. La modalità di un approccio scientifico ai problemi, che lo studente progressivamente apprende confrontandosi con i metodi di modellizzazione della realtà propri delle scienze fisico-matematiche, costituisce un metodo, importante in modo ovvio per coloro che proseguiranno i propri studi in ambito scientifico, ma ancora più importante proprio per chi a tali studi non si dedicherà nella propria vita professionale: dal momento che ogni cittadino è chiamato a effettuare scelte di vita personali oppure a esprimersi su questioni socialmente o politicamente rilevanti, allora dovrebbe possedere gli strumenti intellettuali e concettuali per scegliere su basi etiche e insieme razionali che gli consentano di identificare e respingere ogni tentativo di interessata manipolazione dell'individuo, rischio cui nessuno si sottrae nell'attuale "civiltà dell'informazione" (o, spesso, disinformazione). Se si riconosce fondatezza a tali osservazioni, allora difficilmente potrà essere disconosciuta la centralità delle discipline scientifiche lungo il difficile sentiero dell'educazione dei giovani, la cui meta è la formazione di cittadini liberi proprio in quanto consapevoli e responsabili: verso il mondo, verso se stessi, verso gli altri.
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